Jenson Button 10 Pronti via, ecco che JB mette le cose in chiaro sfilando in qualche metro un indifeso Lewis Hamilton. Pochi ma interminabili secondi che rimarranno impressi nella mente come un significativo passaggio di consegne. Perchè Button continua a vivere il suo momento di grazia, non sente la pressione, è una furia ma soprattutto guida da dio. Detta l’andatura disegnando traiettorie di una bellezza inusuale. E’ il Rinascimento dello stile pulito. MICHELANGELO
Sebastian Vettel 8,5 La faccia scura dopo le qualifiche (6°) è un bluff a metà. Perchè la sua “Abbey” forse non dominerà i rivali ma comunque è una gran macchina. Che gli permette di fare una gara importante fino al secondo posto finale. Unica pecca un’escursione a inizio Gp mentre insegue Schumacher, poi testa bassa e passo da campione. Dovrà imparare a sgomitare per vincere ma intanto, anche grazie alla safety car, ha ragione di Hamilton e insidia Button. FENICE
Lewis Hamilton 7,5 Nell’anno del riscatto si presenta bene, con una pole a dir poco straordinaria. Ma le scorie del 2011 e il carisma di Button si fanno sentire presto. Riafforano in partenza i fantasmi del passato, il sorpasso subito da Jenson è una batosta per il morale, Lewis spinge come un matto ma correre negli scarichi di un’altra McLaren lo turba e si vede. Si trova meglio con le gomme medie che con le morbide, perde sulla distanza ( e con un pizzico di sfortuna) il confronto con Vettel e sul podio sembra un ragazzo triste messo in un angolino. RIDIMENSIONATO
Mark Webber 7 In qualifica regola il compagno Seb e questa è già una notizia. Ma ha mantenuto il vizietto di rimanere con la frizione in mano. E scivola dietro, soffrendo il traffico nella prima parte di gara. Peccato perchè l’Aussie va davvero forte quando ha pista libera e non a caso beffa Alonso nell’ultimo stint. Poi si mette all’inseguimento di Hamilton. Alla fine arriva solo la medaglia di legno in casa. Gli manca letteralmente lo “spunto”. SEMAFORO ROSSO FISSO
Fernando Alonso 9 Ecco “El delantero de Oviedo“, il fenomeno che con una macchinaccia riesce a costruire una gara quasi da podio dopo una partenza impeccabile. L’unica macchia è l’errore in qualifica dovuto al solito, sacrosanto, eccesso di generosità. Perchè Nando dà tutto se stesso per rendere presentabile la Ferrari. E a tratti ci riesce. Potrebbe fare incetta di vittorie ma è lì a difendersi con le unghie e con i denti da Maldonado. Eppure il quinto posto, con questa Ferrari claudicante, resta spettacolare. ALIENO
Kamui Kobayashi 7,5 Tredicesimo in qualifica, trova nella ”spazzatura della gara” otto punti esagerati. Kamui è autore di una buona prestazione, fa a sportellate con Lotus e Toro Rosso, e nel caos finale guadagna ben tre posizioni. Segnale di definitiva crescita la freddezza con cui respinge gli attacchi di Raikkonen. MATURO
Kimi Raikkonen 8 Il rientro, alla fine, è più dolce di quanto lasciasse immaginare la deludente nona fila di sabato. Concentrato, affamato, efficace. Il tempo per Iceman sembra essersi fermato, la polvere addosso è poca. Una distrazione (fatale) in Q1, un po’ di nervosismo domenica per un traffico al quale non era più abituato. Ma anche zero errori e una gara aggressiva e concreta. E con questa Lotus può divertirsi e divertire. ICE BACK
Sergio Perez 8,5 Da ventiduesimo a ottavo, la sua Melbourne è quasi poetica. Perchè questo ragazzino corre in sordina, non è uno scavezzacollo, addirittura non entusiasma per la guida. Eppure è un “giovane vecchio” che sa gestire la monoposto, le gomme, gli avversari. Passista di alto livello. Con un solo pit stop è sesto, poi un contatto con Rosberg lo fa scivolare ottavo. Ma la sostanza non cambia, Checo ha il piede pesante.
Felipe Massa 4 La volontà del pilota veloce che è stato, tozza irrimediabilmente con il rendimento di questo Felipe, che del buon vecchio Massa ha solo i colori del casco. La cronica mancanza di grip assomiglia molto alla sindrome 2001 di Hakkinen. E’ un alibi costruito dalla ragione per negare i messaggi dell’inconscio. Ovvero una paura incontrollata e subdola che non gli fa tenere più giù il piede. Il contatto con Senna è la degna fine del suo non Gp.
Romain Grosjean 6,5 Il bello e il cattivo tempo in Lotus. Fa un po’ tutto lui. Porta gli inglesi francofoni al terzo posto in griglia, poi l’emozione gli fa scappare la frizione, pattina e scivola giù. Nel tentativo di recuperare si dimentica dei freni e degli avversari. Alla curva 12 tiene la corda da “duro” qual è ma viene toccato con la posteriore destra da Maldonado e addio sospensione. La velocità però c’è.
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